Aspiranti Influencer: ecco cosa li blocca

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Riceviamo quotidianamente messaggi di Influencer o aspiranti tali che dicono di non riuscire a crescere su YouTube e sulle altre piattaforme social perché l’algoritmo ce l’ha con loro. Dicono che YouTube non fa arrivare le notifiche, i loro video non escono nel feed, loro sono finiti in shadowban o in blacklist

Se ancora non lo sapete, si è in shadowban quando la piattaforma restringe la visibilità di un profilo o dei contenuti che pubblica (fonte: InsideMarketing.it).

Invece si finisce in blacklist quando un utente, dopo che YouTube gli ha consigliato un tuo video, chiede alla piattaforma di non consigliargli più i contenuti del tuo canale.

In ogni caso, sono tutte scuse

Questo articolo nasce dal fatto che in questo periodo stiamo facendo delle pubblicità per promuovere uno dei nostri corsi, YouTube PRO, che è in fase di lancio.

Se ancora non conosci tutti i corsi e i servizi che offre la nostra accademia di formazione online per aspiranti Influencer professionisti, puoi scoprire di più sul sito dedicato.


Quando si fa una campagna pubblicitaria di questo tipo si devono affrontare le obiezioni più comuni. 

Solitamente, quando fai una vendita, è molto importante che tu abbia già le risposte per le possibili obiezioni che ti sentirai fare, ma non solo. Devi avere già anticipato le domande.

Per esempio immaginiamo che vai a comprare una Tesla, vedi che la macchina è bella ma costa troppo! 

Il venditore esperto ha già la risposta pronta. 

Ti dice che devi considerare i costi della benzina, ti parla della crisi energetica e di quanto potrai risparmiare su un lungo periodo.

Nel nostro caso, i copywriter scrivono delle video pubblicità che hanno il compito di educare le persone in modo da sconfiggere le obiezioni prima ancora che nascano.

Quali sono le obiezioni più comuni?

  1. YouTube mi ha penalizzato, l’algoritmo non mi premia.

Dicono di fare contenuti incredibili, i loro amici gli confermano che se la stanno cavando bene, ma evidentemente quei contenuti non sono così ben fatti. 

L’algoritmo non ti ha penalizzato, il tuo feed funziona come quello di tutti, semplicemente non hai imbroccato i contenuti giusti.

Magari con 1 video su 100 può capitare una sfortuna tecnica, chi lavora su YouTube lo sa.

Se tu carichi un video e si blocca l’upload al 99%, o se va in fase di elaborazione e questa dura diversi giorni, evidentemente l’algoritmo ce l’ha con te, ma queste sono le eccezioni!


Può anche capitare che si carica male il video, quando viene pubblicato non parte nessuna segnalazione agli iscritti e quel video fa pochissime visualizzazioni.

Una volta su tante può succedere, ma tu devi sempre farti la domanda: Cosa posso fare io? 

Come posso fare in modo che il mio canale YouTube sia sempre in crescita?

Questo devi chiederti. Devi trovare un modo perché abbia una crescita continua non solo di mese in mese, ma anche rispetto all’anno precedente.

Se tu inizi a usare la scusa dell’algoritmo troppe volte, alleni la tua mente al fatto che le performance dei tuoi profili social non dipendono da te. 

Darai sempre la colpa a un fattore esterno che tu non puoi controllare.

È come innervosirsi ogni giorno perché è in corso una bruttissima guerra tra Russia e Ucraina.
Tu attivamente cosa puoi fare per cambiare queste cose?

Puoi fermare la guerra? No, non credo. 

A meno che tu non sia il capo di stato di una superpotenza, non puoi fare niente. 

Quindi perché continui a farti del male?

Piuttosto fai tutto ciò che è in tuo potere per migliorare la situazione

Fai delle donazioni, scopri un’associazione di persone che danno degli aiuti concreti e dona del denaro, fai volontariato, rinuncia a qualcosa per migliorare la vita degli altri. 

Queste sono cose che tu puoi controllare!

Se guardi ogni giorno il telegiornale per vedere fino all’ultima notizia tragica, ti rovini solo la vita.

Quindi, tornando a YouTube, tu cosa puoi fare? 

Chiediti questo. Pensa alle cose che puoi controllare e agisci attivamente per migliorare le tue performance.

Passiamo adesso a una seconda obiezione, che ci fa ridere ma ci fa anche arrabbiare.

  1. Non so perché, ma le aziende non vogliono collaborare con me.

Collaborare è un termine che non ci piace. 

Cosa vuol dire? Vuoi i soldi, vuoi i prodotti, vuoi ottenere dei vantaggi? Vuoi accedere gratuitamente a un’esperienza, a un volo in aereo, a una notte in hotel? 


Di’ la verità, usa le parole giuste!

Ti lamenti perché le aziende non ti offrono soldi per delle campagne pubblicitarie, o perché non ricevi prodotti e servizi gratis.

Le aziende ce l’hanno con te, proprio come YouTube?

Questi colossi multimiliardari tengono delle assemblee dei soci in cui discutono del fatto che a un certo Influencer non daranno neanche un euro di pubblicità?

No, non gli interessa!

Perché le aziende non vogliono lavorare con te?


Se le aziende non si mostrano interessate a te, ti puoi trovare in una di queste due situazioni.

  • Magari stai puntando troppo in alto, e i tuoi profili non sono ancora all’altezza di certe aziende.
    Mettiamo caso che hai aperto ieri il tuo canale di tecnologia, contatti la Apple e vuoi che ti mandino l’ultimo modello di MacBook. Ovviamente verrai ignorato.
  • Magari, nelle tue live streaming, ogni dieci parole dici dieci parolacce e quattro bestemmie, e poi ti stupisci che le aziende non vogliono investire su di te. Devi fare un po’ di autoanalisi!

Chissà come mai non tutte le aziende sono felici di investire su chi fa dello sproloquio e dell’offesa la propria base comunicativa. 

Adesso passiamo alla terza obiezione, anche questa molto comune.

  1. Non posso competere con gli altri Influencer perché non ho i soldi per comprare l’attrezzatura costosa.

Dici che il tuo canale non va bene perché non hai i soldi che hanno gli altri Influencer per comprare le videocamere 4K, gli obiettivi, le luci e i microfoni.
Loro sono pieni di soldi, hanno l’attrezzatura costosa, è chiaro che tu con il tuo povero iPhone non possa competere…

È sbagliato

Noi abbiamo conosciuto grandissimi Influencer che hanno fatto milioni di iscritti registrando i video con uno smartphone di quelli brutti, non certo come gli iPhone di adesso.

Luke4316, che è tra i capostipiti del nostro network di YouTube, 11 anni fa faceva video usando un computer da 250 euro e una webcam da 30 euro.

Non aveva un’attrezzatura incredibile, eppure ha fatto la storia di YouTube Italia.

Tanti altri Influencer sono partiti con l’iPhone, registrando l’audio con le cuffiette.

Questi esempi ti fanno capire che sono tutte scuse

Non serve la fotocamera che registra in 8K, serve la qualità del contenuto

Deve essere di qualità quello che c’è dentro al video, quindi quello che comunichi, ciò che lasci alla persona che ti segue, come accresci la sua cultura, le sue capacità, come migliori la sua giornata, quanto la intrattieni.

È questo che conta.

Noi vediamo che ci sono dei video super virali che sono stati registrati semplicemente con un telefono. Fanno vedere come realizzare certe cose di fai da te, oppure si tratta di corsi di inglese.

Il trucco sta nel fare le cose più seguite al mondo usando un’attrezzatura limitata.

Quindi no, l’attrezzatura non è una scusa. 

Queste sono tutte cose che ti racconti per non affrontare il vero problema.

Qual’è il vero problema che deve affrontare un Influencer? 


Capire se i propri contenuti siano davvero validi.

Il video che hai realizzato oggi è di buon livello, considerando lo standard mondiale, oppure non lo è?

Fatti questa domanda.

Cosa devi fare per migliorare i tuoi contenuti?

Studia, aggiornati, guarda cosa fanno gli Influencer migliori al mondo. Diventa la persona più formata e più preparata della nicchia che hai scelto di affrontare.

Non è facile, ma non è neanche difficile.

Certo, è più facile trovare delle scuse, dare la colpa all’algoritmo, alle aziende o all’attrezzatura che usi.

Adesso ti riportiamo l’ultima obiezione che sentiamo spesso.

  1. Voglio migliorare come Influencer, però a me non interessano i soldi.

“Non voglio sporcare i miei contenuti, non voglio risultare un mercenario o un moneygrabber.” 

Cosa stai dicendo?

C’è ancora gente che pensa che sia sporco guadagnare soldi lavorando sui social, facendo lo YouTuber o in generale l’Influencer.

Alcuni pensano che sia una cosa malvagia.

È un lavoro come un altro!

Vi comunichiamo che adesso, nel 2022, ci sono decine di migliaia di Influencer professionisti anche nel nostro paese.

Sono tantissimi!

Ti consigliamo di guardare anche questa playlist di 3 video per comprendere veramente l’algoritmo di YouTube. 

Oggi fare l’Influencer è un mestiere!

Un lavoro accettato, riconosciuto, che richiede una preparazione e ha delle regole, ha un codice morale. A nostro parere non può mancarti questo se vuoi avere successo.

Inoltre serve tanta formazione per diventare un imprenditore che gestisce i propri profili social in maniera assolutamente professionale.

Sì, puoi farlo anche gratis! Non c’è problema.

Magari hai già un lavoro di successo, hai un’azienda o una carriera avviata, fai l’Influencer perché vuoi semplicemente alimentare il tuo ego.

Non c’è niente di male, ma allo stesso tempo non c’è niente di male a farlo come professione.

Noi abbiamo lavorato con tutti i più grandi YouTuber italiani e tuttora abbiamo in agenzia tantissimi Influencer professionisti che fanno un grande lavoro. Portano tanto valore ai propri follower, e hanno abbandonato ogni altra attività per fare questo a tempo pieno.

E non c’è niente di male!

È un bellissimo lavoro, soprattutto se lo fai come insegno io, ovvero punti a creare contenuti che migliorano il mondo sempre di più.

Cambiamo il mondo un contenuto alla volta!

Se lo fai con questo obiettivo in mente non c’è niente di male, ma potresti anche essere un ottimo professionista facendo contenuti obbrobriosi. 

Ora che sai quali sono le scuse dietro le quali si nascondono gli Influencer, sta a te decidere come comportarti. 

Vuoi dare anche tu la colpa dei tuoi insuccessi a fattori esterni? 

Vuoi realizzare dei contenuti che siano di bassa qualità in termine di valore che lasciano agli altri?

Io preferisco fare contenuti che cambiano il mondo in meglio, un po’ alla volta.

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